La Storia

L’A.I.A.S. ONLUS (Associazione Italiana Assistenza ai Disabili) -sezione di Sulmona- è stata costituita nel 1972; si occupa delle persone con disabilità psicofisiche, cercando di garantire loro una vita migliore e una reale integrazione sociale.

Il 27 luglio 1967 veniva alla luce una bambina di nome Emma “purtroppo danneggiata dalla sofferenza neonatale“. Dalla nascita della figlia per il Prof. Ventresca è stata una continua ricerca di soluzioni idonee per abilitarla e la sua storia ha camminato parallelamente con quella dell’A.I.A.S. tanto da diventare tutt’uno. Con un primo annuncio su un giornale nel 1970, il Prof. Ventresca sottolineava: “In Abruzzo siamo all’anno zero per la cura dei disabili”. Il giorno dopo sullo stesso giornale rispondeva Giuseppe Reginelli, capo dell’Enel di Sulmona: “Non sei solo, anch’io ho problemi per mio figlio”. Stimolati e guidati anche dal Preside del Liceo Scientifico (nonché Assessore alla Sanità della R.A.), ove il Prof. Sante Ventresca insegnava, si misero alla ricerca di un’associazione di genitori in favore dei problemi della disabilità.
Venuto a conoscenza dell’A.I.A.S. si fece socio. Rintracciati altri trenta e più genitori, l’8 dicembre dell’anno 1972, il Professore costituì una sezione presso i locali del Centro Servizi Culturali di Sulmona e fu nominato Presidente della Sezione A.I.A.S. Nel frattempo, si continuava la ricerca spasmodica di incontri per Emma con i veri luminari della riabilitazione psico/fisica: tre mesi di ricovero presso la clinica del Prof. Bollea; altri tre mesi a Siena, poi al Rizzoli di Bologna, Ponte Lambro di Como, per poi restare per ben tre anni a Falconara Marittima (AN), con la mamma Angela, per frequentare un Centro Diurno.

Intanto, nell’Ottobre del 1973 il Prof. Ventresca con la moglie Angela, riuscirono ad ottenere l’appuntamento per la figlia Emma con gli Istituti per il Potenziale del Cervello Umano di Philadelphia in Pennsylvania (USA). Per ben venti volte, ogni quattro mesi, il Professore, sua moglie ed Emma continuarono questi viaggi della speranza alla volta degli U.S.A., sostenuti grazie alla professione di scultore di alto livello mondiale, per poter apprendere le terapie necessarie dettate da Glenn Doman – Carl H. Delacato (con l’aiuto del fratello Mario e della nipote Antonietta Del Monaco residente in Welland Ont. Canada, offertasi anche come interprete presso gli Istituti di Philadelphia), per poi applicarle intensamente e con esito positivo sulla propria figlia grazie all’aiuto dei tanti volontari, alunni del Liceo Scientifico di Sulmona, con la grande soddisfazione di vederla in piedi e camminare a 13 anni, altrimenti vittima della sedia a rotelle.

Nel 1990 il Prof. Ventresca si mise alla ricerca di spazi idonei per l’apertura di un Centro Diurno socio-abilitativo-formativo, in particolare, per i disabili dopo aver frequentato la scuola pubblica, e visto che le risorse economiche per approntare adeguati locali da parte del pubblico non si sono avute mai, in sinergia con il Vice presidente (il compianto Enzo di Bugnara) e con il Consiglio Direttivo A.I.A.S. di Sulmona decise di rimboccarsi le maniche e di iniziare una raccolta fondi, alla quale risposero generosamente alcune aziende del luogo, fino ad ottenere circa 300 milioni di lire che consentirono la realizzazione di uno spazio coperto di oltre 600 metri quadri con ampio spazio verde attrezzato. Altre risorse furono chieste ed ottenute attraverso festicciole e lotterie di beneficenza durante l’estate a Sulmona e nei paesi limitrofi, con l’aiuto di volontari e degli ex alunni del Professore. Si trattò poi di passare dalla progettazione alla realizzazione materiale dell’edificio. Visti i pochi mezzi a disposizione, il Prof. Ventresca, scultore e professore di disegno e storia dell’arte, oltre a lavorare di persona, potè contare sulla collaborazione appassionata di tanti volontari disposti ad impiegare il loro tempo per un’opera importante per il territorio.

Sulla base dell’esperienza americana, il Presidente assunse l’impegno, come un sorta di obbligo morale, di dedicare tutte le sue forze alla creazione di una Residenza per il “Dopo di noi” e “Durante noi in caso di necessità”, al fine di evitare il ricovero presso “istituti” lontani dall’ambiente di origine o quando per necessità temporanee è impossibile assistere i propri figli a casa.